Ancora una produzione di Unika con lo spettacolo “The other Faust” che venerdì 1 novembre in prima nazionale andrà in scena alle 21.00 al Teatro Abeliano di Bari nell’ambito del Festival multidisciplinare ‘Maschere d’olivo’ organizzato dal Gruppo Abeliano. A firmare la regia le coreografie Sabrina Speranza, presidente e direttrice del settore danza dell’ accademia dello spettacolo barese.
Si tratta della versione femminile nella forma teatro/danza appunto dell’opera di Goethe: ovvero vendere la propria anima al diavolo in cambio di giovinezza, sapienza e potere nel simbolo della grandezza dell’uomo, nella sua instancabile ricerca della verità e aspirazione verso l’assoluto.
Sabrina Speranza nella sua versione il capolavoro del grande scrittore tedesco è visto attraverso gli occhi di una donna e la sensibilità femminile. Cosa dobbiamo aspettarci dalla sua interpretazione del Faust?
Quest’opera mi ha sempre affascinato ed i suoi personaggi intrigato. Ogni volta che ci metto mano, scopro cose nuove, spunti di riflessione accattivanti. Io, come Faust, sempre alla ricerca di ispirazioni ed aspirazioni più alte. L’amore eccelso verso un’altra persona e/o verso se stessi e ciò che ci salva, dalla noia, dall’aridità, dall’unidirezionalità. Scevra da ogni connotazione naturalistica e politica, la mia interpretazione ruota intorno al rapporto tra Faust e Mefistofele e tra Faust e Margherita, dove ognuno di loro è una faccia della stessa medaglia.
Il Bene e il Male, l’eterna diatriba che anima lo spirito umano, sono al centro del dramma tedesco. In che modo questa produzione di Unika è ‘l’altro Faust’ come dice il titolo?
In Faust vivono due anime e una dall’altra si vuole dividere. Il Bene e il Male, il Peccato e la Redenzione. L’ Amore e l’Odio, l’ Uomo e la Donna. Ma uno non esisterebbe senza l’altro, uno viene alimentato dall’altro. Ecco perchè ho deciso di far emergere in Faust l’elemento demoniaco e l’elemento femminile che costantemente albergano in lui e che solo attraverso la sua immagine riflessa nello specchio Faust può vedere e confrontarsi con il suo IO più interiore, nascosto ma soprattutto VERO.
Secondo lei cosa rende ancora il mito di Faust così attuale?
Il nostro anelito d’amore, di pienezza, il nostro voler riportare noi stessi al centro della nostra esistenza. Noi, deus ex machina di noi stessi, ma sapendo di non essere soli nell’universo bensì parte di un grande Progetto che si può chiamare Amore, Pace, Famiglia, Dio, Allah, Buddha, ora e qui… o semplicemente…Sabrina.