Il teatro per i bambini è molto più di un semplice intrattenimento: è uno strumento educativo che stimola la fantasia e lo sviluppo personale sviluppando così una maggiore consapevolezza del mondo che li circonda. L’offerta formativa della sezione teatro dell’Accademia dello spettacolo Unika dedica ampio spazio ai più piccoli che imparano a esprimere le proprie emozioni e a comunicare con gli altri. I corsi Junior son affidati all’attore teatrale e burattinaio Giacomo Dimase. Barese, classe 1990, inizia a sedici anni la sua formazione presso Unika per poi trasferirsi a Milano dove, tra gli altri, frequenta il laboratorio permanente all’ Atir Teatro Ringhiera. Tornato a Bari, si specializza prima nel teatro di figura per il Teatro Casa di Pulcinella e successivamente è impegnato come attore di prosa per ragazzi e ragazze presso i Teatri Abeliano e Kismet. Dal 2020 è autore del monologo “Spaidermen” e attualmente lavora con diversi spettacoli di teatro ragazzi/e per Armamaxa, compagnia teatrale di Ceglie Messapica.
Giacomo Dimase lei nello specifico oltre recitazione insegna anche gioco teatrale. In cosa consistono queste lezioni?
Fare teatro per bambini e bambine fino alla terza media (età dei miei corsi) è comunque, sempre, fare teatro. A prescindere dagli anni delle iscritte e degli iscritti.
Certo, il loro essere così piccoli/e impone alle lezioni una visione più ludica degli esercizi.
Più narrativa, se vogliamo. Per intenderci: se in un gruppo di allievi/e più maturi/e è possbile fare “training fisico” basato su una serie di esercizi per riscaldarsi, con dei bambini/e di 6 anni (ad esempio) si potrà guidare lo stesso esercizio, ma facendo loro immaginare una “situazione” che porti a muoversi trovando una verità, nel gioco, del movimento stesso.
Ed è così che immaginare una formichina che passa sul braccio, lo farà vibrare e riscaldare. Pensare di dover camminare sulle uova per non svegliare un drago, porterà ad avere consapevolezza del muoversi. E così via. Tutto con esercizi comunque professionali e, ci piace dire, slegati dalla semplice “animazione”.
La recitazione favorisce anche la concentrazione, la creatività e la capacità di lavorare in gruppo. E’ quindi fondamentale per la crescita emotiva dei bambini?
Non sarò qui a fare il vecchio che accusa i tempi moderni di essere troppo tecnologici e quindi pericolosi. Certo è che, ho notato, negli anni, bambini e bambine sono sempre più “staccati/e “dalla consapevolezza del loro corpo”. Che sia per il tempo passato sugli schermi, o per la società sempre più veloce e “ragionata”, fatto sta che fantasia e immaginazione con nient’ altro se non noi stessi/e, al giorno d’oggi non sono affatto allenate.
Spero dunque che, consapevole che il teatro non salverà il mondo, gli allievi/e potranno almeno sperimentare parti “umane” e quindi “animali” di sé che fuori dai corsi è difficile conoscere, sicuramente utili una volta cresciuti/e.
E’ possibile sin dalla tenera età sondare il potenziale creativo dell’allievo e la sua attitudine o meno alla recitazione?
È la prima cosa che dico a chi si affaccia ai miei corsi Parliamo di bambini/e di sei anni.
Non aspettiamoci che diventino nulla di prestabilito. Mi piace però credere che, grazie ai giochi che facciamo e alla libertà che in sala sperimentano su sè stessi e sul gruppo, ciascuno/a di loro possa trovare in sé quella miccia per essere poi consapevoli di ciò che vogliono veramente essere. Che sia attore, attrice, astronauta o principessa…
Quella miccia sì, può essere notata. Ma va poi curata lentamente con attenzione e delicatezza anche e soprattutto fuori dal corso.
In un mondo sempre più digitale e veloce, cosa significa far frequentare ai bambini corsi di recitazione o avvicinarli al teatro?
Come detto prima, il teatro ha un potere magico. Essere, anche senza nulla, tutto. Bambine e bambini agiscono in sala col proprio corpo immaginando situazioni e sperimentandosi in gruppo. I corsi sono altamente “fisici”. Insieme rotoliamo, massaggiamo, camminiamo e ci fermiamo insieme. Nell’ estrema cura e rispetto delle nostre potenzialità e dei corpi a noi vicini. È sicuro dunque che allievi/e possono sperimentare un “essere” e soprattutto una consapevolezza di “esserCI” che i video, in quanto privi di muscoli e nervi, non potranno loro donare.